A Scanzorosciate ogni persona è unica

Agosto 4 2022

Il racconto di Barbara, coordinatrice dello Sportello Alzheimer

Quanto tempo abbiamo? Perché io amo tantissimo il mio lavoro e potrei stare ore a raccontare dello Sportello Alzheimer e di tutte le persone straordinarie che incontro ogni giorno”. Barbara Corti è un’educatrice e pedagogista e, da molti anni, è la coordinatrice dello Sportello Alzheimer istituito dal Comune di Scanzorosciate, cittadina in provincia di Bergamo adagiata ai piedi delle Alpi Orobie. Nel 2016 Barbara viene a conoscenza del progetto della Federazione Alzheimer Italia e da subito ne comprende la portata e la forza; inizia quindi a lavorare per riuscire a coinvolgere la cittadinanza e le istituzioni, e nel 2017 Scanzorosciate diventa ufficialmente “Comunità Amica delle persone con demenza”. Lo sportello si conferma il fulcro di questo progetto, diventando il punto di riferimento del territorio per tutti coloro che si occupano di demenza ma, soprattutto, per i caregiver. Lo sportello è infatti un supporto educativo e di orientamento per i familiari, che fornisce informazioni pratiche e aiuto concreto per la gestione domiciliare delle persone con demenza. “All’inizio non è stato facile, ci abbiamo messo quasi un anno per far partire il progetto: le persone avevano difficoltà a venire allo sportello, un po’ per problemi oggettivi di spostamento, in parte non si sentivano a loro agio nel condividere una problematica così intima e familiare. Così, a un certo punto mi sono detta: perché non proviamo a far uscire lo sportello dalle sue mura?”.

Barbara Corti

Barbara capisce l’importanza della condivisione e della sensibilizzazione: rendere partecipe la cittadinanza significa far sentire meno sole le persone che hanno a che fare con la demenza, farle sentire parte di un mondo più allargato che, se debitamente informato, possa accoglierle senza giudicarle. E così, insieme al gruppo di lavoro, organizza piccoli eventi pubblici di presentazione al circolo pensionati: da quel momento, pian piano, sempre più persone iniziano a rivolgersi al servizio.

La prima cosa che diciamo a ogni familiare è: raccontaci la storia della persona, poi parliamo del problema

La giornata tipo inizia con il colloquio con un familiare nel contesto di riservatezza dello sportello, a cui segue una visita domiciliare per conoscere la persona con demenza e capire in quale contesto vive e si muove. Ci facciamo raccontare anche cose all’apparenza banali, ma è fondamentale che passi il messaggio che il lavoro che facciamo con ognuno di loro è costruito sulla base delle esigenze personali.". Sono circa 40 i nuclei familiari che annualmente fanno riferimento allo sportello: persone che si prendono cura di chi ha una demenza e che sono alla ricerca di risposte concrete a problemi quotidiani, che hanno bisogno di essere informati su quali sono i servizi a cui possono accedere o quali documenti devono compilare per usufruirne, ma anche quali sono le azioni che possono mettere in atto per gestire al meglio i propri cari. Il valore aggiunto dello sportello è proprio questo: “i familiari non sono solo fruitori del servizio, ma anche interlocutori perché portano conoscenza e idee che spesso si sono concretizzate in attività. Noi mettiamo le competenze sulla malattia, il familiare sulla persona, e insieme si procede per piccoli passi”.

A Scanzorosciate c’è un luogo dove ogni persona con demenza è considerata unica e speciale, dove la sua storia è presa in carico e diventa la base fondante su cui costruire un percorso concreto di cura. Ogni giorno lo Sportello Alzheimer apre le sue porte a familiari e caregiver che hanno bisogno di trovare risposte e anche un sollievo emotivo, e accoglie ogni persona e ogni racconto: “la prima cosa che diciamo a ogni familiare è: raccontaci la storia della persona, poi parliamo del problema.


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