Come è nato il Quartiere Triante, Comunità Amica delle Persone con Demenza
“Ci ha parlato del progetto Dementia Friendly Community una cooperativa sociale del nostro territorio che gestisce centri diurni e ci siamo subito attivati per portarlo a Monza avendo sin dall’inizio un approccio che definirei di comunità: volevamo infatti che tutti gli enti, il terzo settore e le associazioni presenti nel territorio si unissero e si attivassero comprendendo l’urgenza e l’importanza di avviare un processo di sensibilizzazione e informazione dei cittadini su cosa sia la demenza e cosa ognuno può fare, nel suo piccolo, per aiutare le persone che ne sono colpite e le loro famiglie e sentirsi accolti dalla propria comunità.” Claudia Redaelli, responsabile dell’ufficio anziani del servizio sociale del comune di Monza, racconta come è iniziato il lavoro che ha portato il quartiere di Monza Triante a ricevere nel 2018 l’attestato di “Comunità Amica delle persone con demenza”. Un risultato raggiunto grazie all’impegno congiunto tra il Comune di Monza euna rete di enti presenti sul territorio, tra cui ATS, alcuni ordini professionali come medici, farmacistie assistenti sociali, le RSA e i centri diurni integrati della città e le biblioteche e tante altre realtà che hanno realizzato iniziative di sensibilizzazione. In particolare ci interessava realizzare un modello di lavoro sul territorio “corale”, pertanto sono stati attivati un tavolo istituzionale e due operativi per declinare a diversi livelli l’obiettivo comune della sensibilizzazione ed inclusione delle persone fragili e dei loro familiari, oltre che per perseguire confronto ed integrazione.
Il primo passo è stato fare un’analisi del territorio per individuare un quartiere pilota e quali fossero i luoghi che i cittadini consideravano punti di riferimento fondamentali nel territorio, proprio perché obiettivo di una Comunità Amica “è rendere la città, intesa non solo come luogo fisico, ma anche come intreccio di relazioni e attività, pienamente fruibile da tutti, senza isolare le persone affette da demenza”. Grazie a un sondaggio farmacie e biblioteche sono risultate due presidi territoriali fondamentali per la popolazione del quartiere di Triante, storicamente abitato da molti anziani.
“Quando abbiamo visto i lavori caricati sulle nostre pagine social ci siamo emozionate e abbiamo capito di essere sulla buona strada”
È così che il sistema delle biblioteche urbane del territorio dà vita a una serie di iniziative per promuovere la conoscenza della demenza, considerata l’unica strada per affrontare paure e pregiudizi che circondano la malattia. Nella biblioteca di Triante viene allestito un corner dedicato, fisso e visibile con una selezione di libri e film, per adulti e ragazzi, sulla demenza e all’Alzheimer.
“Dall’avvio del progetto abbiamo registrato sempre più richieste da parte di familiari e caregiver che hanno trovato una serie di materiali di approfondimento ma anche testi utili ad affrontare gli aspetti più emotivi della malattia dei propri cari. C’è stato un incremento del 25% di prestito di libri sul tema e abbiamo avuto anche tantissime richieste da parte di insegnanti per organizzare incontri dedicati agli studenti negli spazi della biblioteca” spiega Paola Meregalli, referente della biblioteca urbana di Triante.
Sensibilizzare le nuove generazioni perché diventino adulti consapevoli e si facciano da tramite per informare anche i loro genitori è alla base del progetto “Letture smemorate”, una serie di appuntamenti online sul tema della demenza dedicati a bambini e ragazzi avviato in occasione della “Settimana del cervello 2020”, iniziativa di sensibilizzazione sulle scienze del cervello e sull’importanza della ricerca: ogni giorno si sono alternate presentazioni di libri e racconti; letture interattive dedicate ai bambini e ai loro nonni con la costruzione di giochi antichi da fare poi insieme; presentazioni di film o documentari.
“La settimana si è conclusa con la lettura di alcuni brani tratti dal libro ‘Le parole scappate’ di Arianna Papini, che racconta la storia di un bambino e della nonna con l’Alzheimer: i bambini sono stati poi invitati a esprimere le loro emozioni attraverso un piccolo lavoro manuale, un disegno o altro. Quando abbiamo visto i lavori caricati sulle nostre pagine social ci siamo emozionate e abbiamo capito di essere sulla buona strada”, ricorda Laura Calisse, la responsabile della biblioteca San Gerardo e della biblioteca dei ragazzi.
Ogni storia nasce dall’impegno concreto di un gruppo di persone che lavora per combattere lo stigma della demenza e per rendere la società più inclusiva. Scopri dove sono queste comunità.
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